Istanza toponomastica

Al Presidente del Consiglio comunale di Torino e Presidente della Commissione Toponomastica
Francesco Sicari

e p.c.

all’Ufficio Toponomastica
al Presidente della VII Circoscrizione di Torino
Luca Deri

LORO SEDI

Torino, 18 giugno 2020

OGGETTO: istanza toponomastica per Leo Chiosso.

L’8 agosto di quest’anno cadrà il centenario della nascita di Leo Chiosso, torinese di Vanchiglia (anche se nato a Chieri), uno dei più grandi autori di canzoni del’900: il creatore delle parole dei più clamorosi successi di Fred Buscaglione e di Gipo Farassino: da Che bambola a Teresa non sparare, da Che notte a Eri piccola, da Sangon blues a Matilde Pellissero. Ma anche l’autore del testo di Parole parole, cantata da Mina e Alberto Lupo, de La torpedo blu, interpretata da Giorgio Gaber, di Love in Portofino, che lanciò Johnny Dorelli, di Grassa e bella, cantata a Sanremo da Louis Armstrong, e di canzoni portate al successo da Gino Latilla, Enzo Jannacci, Rita Pavone, Quartetto Cetra.

Leo Chiosso è stato anche autore televisivo (Canzonissima nel 1962 con Dario Fo e Vito Molinari, La tintarella con Italo Terzoli e Gino Bramieri, Stasera Rita con Lina Wertmüller e Antonello Falqui, Teatro 10, che ospitò l’unico duetto della storia tra Mina e Lucio Battisti, L’appuntamento, con Walter Chiari, Carlo Campanini e Ornella Vanoni, che cantava la sigla Ma come ho fatto, anch’essa di Chiosso), scrittore di commedie (Scusa mi presti tua moglie? e Vergine, leone e capricorno, entrambe con Nino Taranto; Il marito in collegio, tratta da Guareschi, scritta con Guglielmo Zucconi e recitata da Gino Bramieri e Lina Volonghi) e di poesie.

Ha lavorato anche per il cinema come sceneggiatore e soggettista, e nelle vesti di giornalista ha collaborato con La Stampa, Paese Sera e Il Messaggero. Inoltre, ha pubblicato libri per l’infanzia, come Piccoli e scuri nostri fratelli castori (premio Andersen nel 1974), e ha scritto anche il testo di alcune canzoni dello Zecchino d’Oro, come Il lungo, il corto e il pacioccone e Il topo Zorro. La sua poliedricità faceva dire a Giampiero Boniperti che Chiosso era “un elemento atipico a tutto campo”.

Non crediamo sia necessario, ma se occorresse si può trovare uno sterminato quantitativo di notizie sul web, a partire dal sito dell’Associazione “Leo Chiosso” www.leochiosso.it e dalla voce a lui dedicata su Wikipedia.

Tutte queste indimenticabili creazioni artistiche – e molte altre che non abbiamo citato per ragioni di spazio – non sono bastate, però, perché Torino, la sua città, dedicasse a questo grande concittadino una strada, un giardino, un angolo di sé.

Una prima istanza presentata nel 2014 dal figlio Fred (classe 1960, nato pochi giorni dopo la morte di Fred Buscaglione, che gli avrebbe fatto da padrino, se solo il fato glielo avesse concesso) è rimasta purtroppo senza esito. Si possono leggere queste belle parole: “Mio padre ‘piemontese purosangue’ ha portato con onore il nome di Torino e la sua torinesità nel mondo. Ha sempre vissuto da ‘torinese in trasferta’ a Milano e Roma, vantando in ogni occasione le sue origini. Le testimonianze al riguardo sono innumerevoli, basta scorrere i testi delle interviste rilasciate a giornali e televisioni in 60 anni di carriera”.

Ora, nell’anno del centenario, è venuto il momento di colmare questa lacuna. E, per raggiungere questo obiettivo, è nato il comitato “Un giardino per Leo Chiosso”: presieduto dal figlio Fred, annovera l’Associazione di promozione sociale “Leo Chiosso”, l’Associazione di promozione sociale “Swinging Turin”, Maurizio Pignata, Gianpaolo Ormezzano, Valentina Farassino, Maurizio Ternavasio, Luca Borioni e Margherita Fumero.

Abbiamo definito Leo Chiosso torinese di Vanchiglia: in questo quartiere vivevano da sempre la moglie di Leo, Caterina Marocco, e i di lei genitori; qui si conobbero, si sposarono (nella chiesa di Santa Giulia) e presero alloggio (in via Santa Giulia 72) Leo e Caterina fino al trasferimento a Milano. Crediamo, quindi, che sarebbe la decisione più giusta quella di dedicare a Leo Chiosso – come si richiedeva già nell’istanza del 2014 – un angolo di Vanchiglia: a titolo di esempio suggeriamo il bel giardino posto al centro di largo Montebello, luogo aulico e popolare insieme, uno dei cuori pulsanti del quartiere.

Le associazioni e i cittadini sottoscritti, dunque, porgono alla Commissione Toponomastica della Città di Torino e al suo Presidente un’accorata richiesta affinché sia intestato al grande concittadino Leo Chiosso un luogo degno dell’importanza del personaggio, per ricordare un artista che ha dato tanto alla cultura della sua città e del suo paese. I firmatari di questa istanza confidano che la Città di Torino voglia sanare una dimenticanza che fa torto all’amore e al rispetto con cui i torinesi sanno guardare alla loro storia e al loro passato migliore. È ora di dare a Leo quello che è di Leo, e di individuare un luogo di Torino in cui la memoria di questo grande artista possa finalmente trovare una degna, affettuosa dimora.

Con i migliori saluti.

Per il Comitato “Una strada per Leo” il presidente Fred Chiosso

 

Per l’Associazione “Leo Chiosso” la presidente Selma Chiosso

 

Per l’Associazione “Swinging Turin” il presidente Claudio Lupano

 

Luca Borioni

 

Valentina Farassino

 

Margherita Fumero

 

Gianpaolo Ormezzano

 

Maurizio Pignata

 

Maurizio Ternavasio

 

 

Mi trovavo per la strada circa all’una e trentatré, L’altra notte mentre uscivo dal mio solito caffè...

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